La chiesa parrocchiale
La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta fu costruita tra il 1827 e il 1830 sul luogo in cui sorgeva il precedente edificio religioso, forse romanico, costituito da un’aula biabsidata e citato nei documenti più antichi come S. Maria de Lambro. Della chiesa, fatisciente e ormai troppo piccola per la comunità, si conservò soltanto la parte inferiore del campanile su cui si impostò successivamente la nuova torre campanaria. La prima pietra nelle fondamenta della nuova chiesa fu posta il 1° agosto 1828 su progetto presentato nel 1825 dall’ing. varesino Paolo ponti; il primo Battesimo nella nuova chiesa fu amministrato il 14 gennaio 1830, anno in cui l’edificio risulta ultimato. L’edificio ha pianta a croce greca con cupola centrale coperta da tetto e posta all’intersezione dei bracci della croce; alle estremità del transetto sono collocate le cappelle, coperte da volte a botte, dedicate alla Madonna e a S. Carlo. Il presbiterio ha una copertura a volta a botte e si conclude con un’abside coperta da catino.
Tra il 1837 e il 1853 le due cappelle laterali furono dotate di altari e decori, opere di maestranze viggiutesi; le statue della Madonna e di S. Carlo furono pagate rispettivamente nel 1845 e nel 1854. La chiesa fu infine consacrata l’8 settembre 1857.
A fine ‘800 il campanile fu rialzato, raggiungendo l’altezza attuale di 32 m; tra il 1913 e il 1915 furono rinnovate le suppellettili mentre nel 1916, in pieno conflitto bellico, fu restaurata la statua lignea della Madonna, portata in processione in occasione della festa patronale. Nel 1930, in occasione del centenario di edificazione, la facciata fu abbellita da due affreschi (oggi scomparsi) e “graffi, ornati e colonne a stucco”, rinnovando al contempo gli intonaci.
Circa un ventennio dopo, fu probabilmente la proclamazione del dogma dell’Assunta da parte di papa Pio XII il 1°novembre 1950 (Anno Santo) a dare impulso alla decorazione all’interno: essa venne eseguita tra il 1953 e il 1957, a più riprese, dal pittore Cesare Secchi e dal decoratore Somboli; la spesa, per la piccola comunità di Villadosia, fu particolarmente onerosa. Al 1957 risale la realizzazione della vetrata in facciata raffigurante l’Assunta e realizzata da Lindo Grassi su disegno del Secchi. Il 6 settembre 1957 la chiesa fu nuovamente consacrata dall’arcivescovo di Milano Giovan Battista Montini.
Successivamente furono realizzate le due vetrate a soggetto mariano poste nell’abside (1958), rinnovati gli altari laterali (1958-59), restaurato il battistero (1962) e sistemati i tabernacoli dei tre altari (1963-64). Nel 1965 la mensa fu spostata avanti in conformità con le nuove indicazioni del Concilio Vaticano II.
In tempi recenti sono stati realizzati a più riprese importanti restauri: nel 1998-99 sono stati effettuati i restauri della facciata e del campanile mentre nel 2003 è avvenuto il restauro dell’interno della chiesa (clicca qui per maggiori dettagli).
[fonte: “La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta di Villadosia” di A.M. Ferrari Pietrosanti, opuscolo stampato in occasione del 50° della seconda Dedicazione]
L’interno
La decorazione interna della chiesa è avvenuta principalmente tra il 1953 e il 1957, su volere del parroco Stucchi. In particolare, il pittore Cesare Secchi affrescò tra il 1953 e il 1954 l’Incoronazione della Vergine nella cupola, l’Assunzione nel catino absidale e l’Annunciazione e la Natività nelle pareti absidali. Nel 1957 fu fornita la nuova vetrata sopra alla porta d’ingresso, sempre su disegno del Secchi, il quale affrescò la Presentazione al tempio di Maria Bambina e il Battesimo di Gesù all’entrata, l’Addolorata e la Fuga in Egitto nella cappella della Madonna, la Discesa dello Spirito Santo e la Presentazione di Gesù al Tempio in quella di S. Carlo e le immagini di Giuditta, Ester, Rachele e Ruth nei quattro pennacchi. Il decoratore Somboli dipinse invece i simboli mariani monocromi presenti sul soffitto.
[fonte: “Casale Litta – Storia, arte e società”]
La chiesetta di S. Pancrazio
La chiesa attuale occupa l’atrio di quella antica, probabilmente di origine romanica, forse modificata nel ‘400, appartenente al monastero di benedettine presente all’epoca. Del vecchio edificio sacro oggi sono visibili due affreschi, rappresentanti S. Rocco e S. Antonio abate, posti dietro l’altare esistente, in quello che allora era il corpo centrale della navata; inoltre, in un locale soprastante l’attuale chiesa si possono vedere le forme di un rosone in cotto che ornava l’antica facciata. Nella chiesa è conservato un vecchio altare sei-settecentesco di legno e una pala d’altare sormontata da una tela raffigurante il corpo riverso del santo titolare.