Ciascuno di noi desidera essere amato, ma raramente chiediamo a una persona: «mi vuoi bene?». Non sarebbe neanche molto fine! In genere è una affermazione di affetto che esprimiamo in prima persona: «ti voglio bene!».
Il Signore risorto incontrando Pietro sulla riva del lago di Tiberiade gli chiede per due volte: «mi ami?».
Pietro gli risponde: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».
Nella sua risposta Pietro non usa il verbo amare (in greco agapào) che implica un dono totale e gratuito della propria vita; usa il verbo volere bene (in greco filèo) che sottintende un affetto che ha già fatto i conti con il proprio limite. Il Signore accoglie anche questa disponibilità limitata di affetto di Pietro, tant’è vero che la terza domanda del Signore suona così: «mi vuoi bene?». Pietro, nel dolore della memoria del triplice rinnegamento, rinnova il suo affetto per Gesù: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
ECCO I TEMI DELLA RIFLESSIONE:
Pietro e il “pensiero di Cristo”
Entrare nella logica di Gesù, vivere alla sua sequela, non è stato facile neanche per l’apostolo Pietro.
La via delle Beatitudini
Il bene che noi vogliamo al Signore e l’amore che Gesù ha per noi generano quella vita buona e bella che le Beatitudini ci presentano.
La misericordia.
La Beatitudine che il Santo Padre ha legato alla prossima GMG di Cracovia è quella dei misericordiosi: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5,7).
La GMG a Cracovia
Vorremmo infine, come indica Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus, valorizzare il legame tra misericordia e pellegrinaggio.
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