Papa Paolo VI morì la sera del 6 agosto del 1978.
Fu “l’anno dei tre Papi” quello che, nell’arco di meno di due mesi, vide prima la scomparsa di Montini, il Papa che aveva portato a termine il Concilio e negli anni successivi aveva duramente sofferto per tenere unita la Chiesa; poi il 26 agosto l’ascesa al soglio petrino di Giovanni Paolo I (Albino Luciani), il “Papa del sorriso”, che però vi rimase per soli 33 giorni, morendo del tutto inaspettatamente il 28 settembre; e infine – a chiusura di una fase di drammatica crisi per la cattolicità – l’elezione di Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla, primo Papa straniero dopo oltre quattro secoli e mezzo e primo Papa proveniente da un Paese dell’Est a regime comunista. Che però, guidando la Chiesa in uno dei pontificati più lunghi e densi della storia (quasi 27 anni), fu colui che, con mano ferma, seppe traghettare la barca di Pietro verso il Terzo Millennio.
L’anno dei tre Papi, fu un momento-chiave per la vita della Chiesa che, fra tragedie, e nuove sfide del terzo millennio che verrà, ebbe la forza di mutare il suo volto aprendosi alle spinte innovatrici e incamminandosi sulla strada della nuova epoca.
Emerse allora, come sia possibile uscire indenni da un improvviso e ripetuto rovesciamento, avere la forza di risollevarsi e riprendere a camminare.
Pur tra le mille incognite dettate proprio dall’arrivo di un Papa straniero – da allora, in questi 40 anni, non ci sono stati più italiani vescovi di Roma -, capace però successivamente, oltre che diventare santo, al pari ora anche di Montini, di passare alla storia e persino indirizzarne il corso, com’è accaduto per quanto riguarda il crollo del Muro di Berlino e l’implosione dell’impero sovietico.
“L’anno dei tre Papi è stato l’anno dei tre padri”, ha commentato recentemente il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, in una conferenza sull’argomento a Chioggia.
E se, in un modo o in un altro, Montini, Luciani e Wojtyla, pur esprimendo caratteristiche diverse, hanno sintetizzato uno snodo nella vita del mondo e dell’Occidente, “tutti e tre – secondo Parolin – ci hanno educato ad amare Dio e ad amare i fratelli”.
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