Pubblichiamo le impressioni e le sensazioni dei pellegrini della nostra CP7 che hanno partecipato all’evento della messa con Papa Francesco a Monza
La giornata si presenta bellissima già subito al risveglio, visto il gran sole dopo giorni di pioggia e tempo cupo.
Con entusiasmo in 53, più una bimba di due anni, partiamo da Crugnola in pullman diretti al parco di Monza per partecipare alla messa presieduta da Papa Francesco.
Ci aspettiamo tutti una giornata emozionante.
Arrivati al parcheggio dellautodromo di Monza, dopo aver provato un piccolo brivido percorrendo con il pullman un tratto della pista del circuito, con euforia ci incamminiamo tutti insieme verso larea della messa, il nostro “piccolo” gruppo della CP7, paragonandolo a gruppi molto più numerosi, fieri di prendere parte anche noi ad una giornata così speciale ed unica.
Entrando nell’area, predisposta per la messa, i volontari ci accolgono con un sorriso, porgendoci il libretto della messa e delle sciarpe gialle da sventolare allarrivo del Papa come saluto.
Ci sediamo tutti in gruppo sul prato, mangiamo al sacco aspettando con ansia l’arrivo del Papa.
Eravamo una folla immensa, un popolo in cammino, tutti insieme per stringerci intorno a lui.
Un’ unica grande chiesa pronta ad accogliere calorosamente il suo Santo Padre.
Al suo arrivo sventolano migliaia di sciarpe, si innalzano striscioni, tutti con gioia profonda lo salutiamo, è una grande festa.
Il momento in cui il Papa è salito sul palco per iniziare a celebrare la messa ci ha commosso tutti, qualche lacrima di commozione è uscita dai nostri occhi, era affaticato, abbiamo provato tenerezza, emozione, gioia, non c’è aggettivo che possa comprendere tutto quello che abbiamo sentito dentro di noi in quell’istante.
Inizia la messa con un clima di assoluto raccoglimento e una partecipazione straordinaria e attiva da parte di tutti i migliaia di fedeli presenti, provenienti da ogni parte della diocesi, tutti insieme attorno all’Eucarestia.
Nell’ omelia le sue parole toccano il nostro cuore parlando di smarrimento in questo tempo così pieno di speculazioni: si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia, sui poveri , sui migranti, sui giovani e il loro futuro.
Il dolore bussa a molte porte. Perdiamo il tempo per la famiglia, per la comunità, per lamicizia, per la solidarietà.
Ma nulla è impossibile a Dio se ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare , ad aprirci alla grazia.
Dio percorre i nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascoltare il suo invito, capaci di aprirsi alla sua iniziativa, cuori come quello di Maria disposti a credere, ad avere fede e speranza”.
Papa Francesco ci ha fatto incontrare Gesù e speriamo con il suo aiuto di tradurre questo incontro nella vita di tutti i giorni.
La sua visita è stato un grande dono.
Abbiamo trascorso una giornata intensa e impegnativa, ma siamo tornati a casa con il cuore colmo di gioia, la gioia dell’incontro.
Rosy e Sergio Andreotti – Montonate
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INSIEME A PAPA FRANCESCO A MONZA
25 marzo 2017…Campane in festa alle 8.00 del mattino in tutta la Diocesi! Inizia così questa memorabile giornata!
Un breve tragitto a piedi ci porta dal parcheggio del pullman ad uno degli ingressi e subito il colpo d’occhio è impressionante: già migliaia di persone han preso posto nel grande parco, ma altrettante continuano ad arrivare per ore. Musica, sole, stuoie, pic nic improvvisati: è una colorata fiumana di fedeli, quella che attende l’arrivo di Papa Francesco. Ovunque ci si giri, persone gioiose, trepidanti, cartelli di ogni foggia e colore!
Tante famiglie con bambini, anziani, ma soprattutto tanti giovani…e ti si allarga il cuore!
Una macchina organizzativa perfetta.
E subito si gusta la bellezza anche solo dell’esserci.
Le ore di attesa svaniscono in un attimo all’arrivo del Pontefice : circa un milione di persone osannano sventolando la fascia bicolore giallo – bianca con impresso in magnifico nome di Papa Francesco! Grande emozione! La Sua presenza immediatamente riempie i cuori di una grande e indescrivibile serenità!
Dopo l’ingresso in processione, la prima benedizione e la voce sottile ed affaticata del Santo Padre.
Lo si attende dopo il Vangelo. Lì si rinvigorisce! E la folla rimane in silenzio, un bellissimo silenzio, raccolto, vero.
Il primo punto interessante su cui si sofferma il Pontefice è il parallelismo fra l’Annunciazione a Maria e l’annuncio della nascita di Giovanni Battista; quest’ultima avviene quando Zaccaria, sacerdote, entra nel santuario del tempio, mentre tutta l’assemblea rimane fuori in attesa; l’annunciazione a Maria avviene invece in un luogo sperduto della Galilea e con una fama non buona, nell’anonimato di una casa.
Qui, sottolinea il Papa, avviene il nuovo incontro di Dio con il suo popolo:“ In posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia. Lì si daranno appuntamento, lì si incontreranno. E non sarà più un luogo riservato a pochi, mentre la maggioranza rimane fuori in attesa”, come era stato per l’Annunciazione di Giovanni Battista, ma al nuovo incontro con Dio “ niente e nessuno gli sarà indifferente, nessuna situazione sarà privata della sua presenza”.
Poi continua il Papa: “Dio stesso è Colui che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, colme di ansie e di desideri. È all’interno delle nostre città, delle nostre scuole e università, delle piazze e degli ospedali che si compie l’annuncio più bello “Rallegrati, il Signore è con te”! Ed è da questo annuncio che deve “scaturire la gioia che genera vita, speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, nell’atteggiamento con cui guardiamo gli altri. Una gioia che diventa solidarietà, ospitalità, misericordia verso tutti”.
Di fronte all’invito di Dio noi come possiamo reagire? Anche noi potremmo “essere presi dallo smarrimento”, in tempi in cui la “ speculazione” sembra fare da padrona e regnare ovunque.
“Si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia. Si specula sui poveri e sui migranti, si specula sui giovani e sul loro futuro, mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tanti giovani cresce l’insoddisfazione per mancanza di reali opportunità”.
Poi ancora “siamo sottoposti ad un ritmo vertiginoso che sembra rubarci la gioia e la speranza”. Ma ecco che, continua il Papa, “paradossalmente, quando tutto si accelera per costruire, in teoria, una società migliore, alla fine non si ha più tempo per niente e per nessuno. Perdiamo il tempo per la famiglia, per la comunità, per l’amicizia, per la solidarietà e infine per la memoria”. Il Pontefice sottolinea l’importanza di “evocare la memoria”, come l’Angelo a Maria ricorda che Lei è figlia dell’Alleanza, così” noi non dobbiamo dimenticarci dei nostri avi, dei nostri nonni e di tutto quello che hanno passato per giungere dove siamo oggi. Non dobbiamo dimenticare” che questa nostra terra e la sua gente hanno conosciuto il dolore di due guerre mondiali, e talvolta hanno visto la loro meritata fama di laboriosità e civiltà inquinata da sregolate ambizioni”. La memoria diventa “la chiave, l’antidoto di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento”.
La seconda chiave, dice il Papa, è “l’appartenenza al popolo di Dio”. “Milanesi sì, Ambrosiani certo, ma parte del popolo di Dio, un popolo multietnico e multiculturale, un popolo chiamato ad ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività, un popolo che non ha paura di dare accoglienza a chi ne ha bisogno”.
Ma c’è anche una terza chiave aggiunge il Papa: “La possibilità dell’impossibile”, “quando noi ci apriamo alla grazia, l’impossibilità incomincia a diventare realtà”. E infatti ”proprio da queste terre si sono generati carismi, missionari e volti che hanno saputo superare il pessimismo sterile e divisore, aprendosi all’iniziativa di Dio”.
E conclude poi parafrasando S.Ambrogio: “Dio continua a cercare cuori come quello di Maria, disposti a credere persino in condizioni del tutto straordinarie”.
E quindi l’invocazione finale del Papa : “Il Signore accresca in noi questa fede e questa speranza”.Per concludere una riflessione inevitabile: “ E’ possibile la speranza cristiana qui e ora”? Sì è possibile! Questo è il monito ricorrente del Papa oggi! È tempo di aprirci a Dio e agli altri, non possiamo più nasconderci dietro a false giustificazioni e a mere speranze, “non possiamo più guardare il cielo aspettando che smetta di piovere”!
Un incontro che resterà nei cuori di chi l’ha vissuto come protagonista.
Grazie Papa Francesco per aver saputo ancora una volta toccarci nel profondo ed averci messo davanti ad una scelta inequivocabile per la nostra vita.
Silvia e Marco Consonni – Montonate
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