Recenti studi di neurologia pediatrica riievano quanto sia deleterio per lo
sviluppo mentale dei bambino l’abuso di videogiochi e smartphone, a diretto discapito di altre attività formative o ludiche che abbiano maggiormente a che fare con la fisicità.
Riportare la manualità e il “fare” all’interno di un percorso pedagogico é una delle sfide che nelle nostre città proprio gli oratori possono rilanciare. L’azione concreta si fa veicolo diretto o parabolico persino di valori e di reazioni sociali reali e non virtuali, e quindi ben si compone nel progetto educativo dell ‘oratorio, fatto di giochi, di laboratori, di attività di servizio e di volontariato, creative, teatrali, musicali, artistiche e Sportive. Certo si tratta di un lavoro controcorrente e più faticoso rispetto ai millennio scorso, in cui il “senso pratico” era più istintivo: talvolta é una scelta che impone già tra gli animatori una formazione specifica che li faccia passare da “io questo non l’ho so fare” a “si può fare” e infine a “se l’ho fatto io, ce la puoi fare anche tu”! La sintesi più efficace di quanto la manualità sia fondamentale nello stile educativo dell’animazione ci e stata donata da Papa Francesco nei suo incontro con i Cresimandi allo stadio Meazza di Milano 10 scorso 25 marzo 2017:
“Io consiglierei un’educazione basata sui pensare-sentire-fare, cioé un’educazione con l’intelletto, con il cuore e con le mani, i tre linguaggi. Educare all’armonia dei tre linguaggi, al punto che i giovani, i ragazzi, le ragazze possano pensare quello che sentono e fanno, sentire quello che pensano e fanno fare quello che pensano e sentono. Non separare le tre cose, ma tutt’e tre insieme”.
Fonte FOM – Oratori Milanesi – Chiesa di Milano
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