Cresce lungo il cammino il suo vigore, ecco la Lettera pastorale per il 2018/2019
Il testo dell’Arcivescovo che guiderà la vita della Diocesi nel prossimo anno indica il cammino verso «la nuova Gerusalemme»
Delpini sviluppa la sua proposta partendo dalla “consapevolezza di essere la Chiesa in debito verso questo tempo e questo mondo”.
Una Chiesa che si riforma sempre, che non si siede sul già sperimentato, ma che vive pienamente il tempo: Siamo un popolo in cammino.
Invita a pensare e praticare un rinnovamento/riforma della Chiesa, senza assolutismi.
Delpini dice che il Cristiano del III Millennio, vive da pellegrino nel deserto, insieme ad altri come popolo in cammino. Percorrendo le vie faticose, si incontra con altri pellegrini e si forma un’unica carovana: molte genti, molte storie, molte attese, e molte ferite.
L’Arcivescovo richiama il cammino fin qui svolto in occasione del Sinodo “Chiesa dalle genti”. Affronta il tema della ricchezza anche ecclesiale che nasce dal dialogo (interreligioso e non) con le persone della nostra Diocesi, con l’obiettivo di valorizzare le differenze, e riconoscere i doni ricevuti dalla tradizione di ciascuno.
Chiede anche cura e attenzione nella celebrazione della S. Messa domenicale e di dedicarsi alla formazione spirituale con la catechesi e la scuola della parola.
Una nota critica verso chi frequenta la comunità, persone che sono spesso insensibili alle proposte di partecipazione costruttiva all’impresa comune di rendere più abitabile il mondo e più solidali le relazioni.
Il buon vicinato è la pratica possibile a tutti, ma per i discepoli del Signore è una forma di obbedienza al comandamento del Signore.
Delpini tocca nella lettera, l’importanza della presenza dei cristiani nella società, presenza che va rilanciata, con la responsabilità di custodire e fare crescere quell’umanesimo cristiano in cui si integrano la fede, il senso pratico e la speranza, la cura per la famiglia, la gioia per ogni vita che nasce, la responsabilità dell’amore, la serietà professionale e l’intraprendenza operosa, l’attitudine a lavorare molto e la capacità di fare festa, una radicata fiducia verso il futuro e una vigile capacità di risparmio e programmazione.
Non può che essere un richiamo al monito di Giovanni Paolo II del 1978.. “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!”
Delpini richiama a una presenza coraggiosa dei cristiani in ogni ambiente di vita, che non deve essere mascherata per timidezza, per un complesso di inferiorità, per la rassegnazione a una separazione inguaribile tra i valori cristiani e la logica aberrante della realtà mondana.
Ecco i punti sviluppati nella lettera pastorale
- La lezione attuale di Montini
- Un coraggioso rinnovamento della Chiesa
- La vita del pellegrino in attesa
- Una chiesa delle genti
- Giovani pieni di coraggio e assenti da smarrimento
- La cura della Parola a Messa e nella preghiera
- Dalla Missione di Milano alla nuova evangelizzazione
- Custodire e rilanciare l’umanesimo cristiano
- La dottrina sociale è una benedizione
- Cristiani non timidi, ma profeti in dialogo
Nessun Commento