FESTA APERTURA ORATORI
ANNO PASTORALE 2017/18
DOMENICA 01 OTTOBRE – A MORNAGO
ORE 10.30 S.MESSA IN PIAZZA
ACCOGLIENZA DON ANGELO ZANZOTTERA
PROGRAMMA
SABATO 30 SETTEMBRE
- Ore 21.00 Serata DISCO in Oratorio a Mornago per Pre Amo (2° e 3° Media) e ADO
DOMENICA 01 OTTOBRE
FIACCOLATA PER LE VIE DELLA COMUNITA’ PASTORALE CON ARRIVO IN PIAZZA A MORNAGO
- Casale Litta / Villadosia / Bernate ore 9.15 ritrovo al cimitero di Casale Litta
- Mornago ore 9.15 ritrovo al santuario del Buon viaggio
- Montonate ore 9.15 ritrovo all’edicola di San Carlo
- Crugnola / Vinago ore 9.15 ritrovo alla chiesa di Crugnola
Ore 10.30 S. Messa in Piazza a Mornago per tutte le parrocchie con mandato alle catechiste e agli educatori e consegna del Vangelo ai ragazzi de 3° elementare.
Ore 12.30 Pranzo Comunitario a offerta libera
E’ obbligatoria la prenotazione con il modulo a lato da consegnare entro venerdì 29 Settembre a:
- catechiste
- Mettere nell’ apposita scatola che trovate nelle chiese
- Inviare via WhatsApp al numero 3313039224 (Ramona)
- Telefonando al 0331/903796 (Fiorella)
Dalle ore 14.30 Gioco a Stand e laboratori (Art Attack, Street Art, Creative Dance) E VEDRAI CHE BELLO
Merenda
Conclusione con la preghiera e lancio dei palloncini
(Vi invitiamo gentilmente a preparare dolci per la merenda)
VI ASPETTIAMO NON MANCATE E VEDRETE CHE BELLO
Mettersi in punta di piedi per guardare più lontano, appendersi con le braccia per salire ancora un poco più su e scoprire che c’è qualcosa al di là. C’è una bellezza che si vede solo se hai avuto il coraggio di andare oltre. Immaginiamo che dietro a questa bambina, che vediamo di spalle e potrebbe avere il volto di qualcuno che conosciamo, ci sia una persona più grande che, con lo sguardo di chi educa, le dica: «dai, su… coraggio… fidati… VEDRAI CHE BELLO!». La fiducia ci può mettere in movimento, proprio come quei due discepoli che si sono fidati di Giovanni il Battista e sono andati dietro a Gesù che ha detto loro: «Venite e vedrete» (cfr. Gv 1, 35-39). Se ti fidi puoi dire di sì! Ma ti fidi se c’è qualcuno che dimostra di essere disposto a spendere del tempo per te, se dimostra di essere disposto al dono di sé, fatto per amore. «Ecco l’agnello di Dio» – ecco colui che è qui per dare la vita per amore – dice il Battista a quei due discepoli che hanno così trovato il coraggio di andare e di domandare al Maestro «dove dimori?». Il «Venite e vedrete» di Gesù si traduce per noi in VEDRAI CHE BELLO! Perché è così che diciamo quando crediamo che valga la pena che un ragazzo più piccolo faccia qualcosa che lascerà il segno.
Siamo convinti che là dove Gesù ha scelto di restare il bello ci sia davvero. Appare là, dietro quella copertina rossa di un libro che mostra tutta la sua bellezza. È il Vangelo la soglia da attraversare per scoprire che cosa c’è dietro la nostra esperienza di credenti, o meglio che cosa ci sta “dentro”. Gesù si fa luce, sia fa «via, verità e vita» per chiunque voglia stargli vicino, così come ha fatto con il «discepolo amato». «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo», questo ha scritto Giovanni l’apostolo, all’inizio del suo Vangelo (Gv 1, 9). Lui lo ha capito restando con il Signore Gesù, rimanendo dove lui ha scelto di dimorare, cercando di capire i suoi gesti e di comprendere i suoi segreti, come quella volta che durante l’ultima cena, si è appoggiato sul suo cuore. Giovanni ha visto la luce della presenza del suo Maestro anche ai piedi della croce, quando tutto sembrava finito e invece tutto si stava compiendo. Il discepolo amato era accanto a Maria, accogliendola per noi come madre. Questa nostra bambina che ha accolto l’invito VEDRAI CHE BELLO si trova di fronte ad una croce luminosa e quasi ne prende parte. Dentro quella luce c’è il cuore del Vangelo: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15, 12). VEDRAI CHE BELLO vivere in questo modo. VEDRAI CHE BELLO sapere che quella luce che è venuta nel mondo brillerà “per sempre”, anche nella tua vita, se saprai dire ogni giorno il tuo SÌ e ancora una volta ti sporgerai per guardare oltre, in punta di piedi, per cogliere ancora a quale bellezza il Signore ti chiama mentre ti sta chiedendo di credere in Lui e di fidarti dei suoi testimoni. Anche quel discepolo che Gesù amava ci dice VEDRAI CHE BELLO, lo dice guardando alla sua vita con il Signore, quella che ha raccontato nel suo Quarto Vangelo per ciascuno di noi, «perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20, 31). La cosa migliore che Giovanni, con Andrea, poteva fare era di seguire quel maestro e rimanere con lui, quel pomeriggio intorno alle quattro. Questo è l’invito che sarà fatto anche a te, ogni volta che qualcuno – in oratorio o anche fuori – penserà a qualcosa da proporti nel nome di Gesù e ti chiederà di esserci, dicendoti: VEDRAI CHE BELLO!
Che caratteristiche deve avere un oratorio che sa dire VEDRAI CHE BELLO?
- È un oratorio che sa proporre, che non si stanca di fare proposte, di avviare processi e di promuovere iniziative, chiedendo a chiunque ne è capace di partecipare, collaborare, dare il proprio contributo perché l’oratorio sia ancora più bello, sempre e tutto l’anno.
- È un oratorio che cura la bellezza delle sue iniziative, gli spazi e gli ambienti; che sa usare le sue risorse con fantasia per valorizzare il protagonismo dei ragazzi e degli adolescenti e per sviluppare nuove proposte, curandone i particolari perché siano tutte entusiasmanti!
- È un oratorio accogliente, in cui sentirsi «a casa»! Per questo sa organizzarsi perché ci sia sempre qualcuno che invita, saluta, incoraggia e soprattutto sa «perdere del tempo» con i ragazzi che lo abitano. Un oratorio che sa prendere a servizio chi promuove il gioco insieme, sa vivere i momenti di informalità con naturalezza e con allegria, instillando la gioia intorno. In casa si dicono parole per crescere e migliorarsi, si chiede aiuto quando occorre, si collabora, si educa a tutto ciò che è buono. A casa si ha voglia di tornare, se c’è un clima bello e se ci si sente parte attiva di una famiglia.
- È un oratorio che sa individuare i luoghi dove Gesù abiterebbe oggi e si sforza di abitarli. Sono i luoghi dove forse nessuno vorrebbe abitare, dove ci sono situazioni di disagio e di solitudine. L’oratorio sa cercare questi luoghi, soprattutto se “vi abitano” ragazzi, preadolescenti e adolescenti, ponendosi accanto alle situazioni e alle persone e avviando processi di affiancamento e di presenza.
- È un oratorio che si impegna nella testimonianza e nell’evangelizzazione. Come? Accogliendo la gioia del Vangelo come uno stile per rinnovare la propria missionarietà, che significa rivolgersi con cordialità alle famiglie del proprio territorio, affiancandole nell’educazione alla fede dei loro figli, educando all’incontro personale con Gesù e all’osservanza del comandamento dell’amore
Tratto dal sito di PG-FOM – Chiesa di Milano
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