«Un pellegrinaggio più che un ingresso»
Mons. Mario Delpini, già vicario generale,
alla guida della Chiesa di Milano
La nomina da parte di papa Francesco è stata comunicata dal cardinale Scola lo scorso 7 luglio. Nato a Gallarate, prete dal 1975, mons. Delpini ha speso tutta la sua vita al servizio della Chiesa ambrosiana. Farà il suo ingresso solenne domenica 24 settembre, ma per lui, che ha sempre vissuto in Diocesi, è più giusto parlare di proseguimento di un cammino da condividere con la sua gente, come spiega in questo suo articolo.
La Chiesa di Milano è chiamata a vivere l’accoglienza dell’Arcivescovo che il Papa ha scelto più con la docilità che con la curiosità, più con l’intensità della preghiera che con l’alluvione di parole e di immagini che piacciono alla mondanità attuale.
Non si tratta infatti di decidere se quel pover’uomo che riceve l’incarico sia simpatico o antipatico, se porti una sua idea originale o se proponga le parole di sempre, se sia schierato da una parte o dall’altra.
Si tratta piuttosto dell’esercizio spirituale dell’essere in cammino verso la terra promessa, dell’essere in attesa del Regno che viene.
LA SUCCESSIONE APOSTOLICA È UN EVENTO SPIRITUALE
I vescovi sono uomini chiamati a servire la comunione nella Chiesa e a tener viva la speranza. La successione di un vescovo a un altro è l’occasione in cui lo Spirito chiama la comunità diocesana a rendere più evidente e lieta la fraternità in cui si sentono accolti i discepoli del Signore e a prendere più lucida consapevolezza che la comunità non si assesta nella storia come se avesse qui una dimora permanente, piuttosto è un segno e un annuncio di quel Regno di Dio che è la speranza e la salvezza di tutti. La successione apostolica deve essere una esperienza spirituale che accoglie la voce dello Spirito: «Santa Chiesa di Dio, tu sei giovane e vivrai! Santa Chiesa di Dio, avanti, avanti! Santa Chiesa di Dio lascia che lo Spirito ti spinga come un vento amico fino all’approdo desiderato! Avanti! Non fermarti! Avanti! Non conformarti alla mentalità di questo mondo! Avanti! La missione continua!».
IL VESCOVO E LA SUA GENTE
Il Papa che viene “dalla fine del mondo” ha scelto come Arcivescovo di Milano un uomo che, per così dire, non ha mai messo la testa fuori da Milano. Ha sempre abitato in Diocesi, è stato educato in Diocesi, ha svolto in Diocesi tutto il suo ministero. Si deve temere che abbia una visione un po’ limitata del mondo e che abbia una idea eccessiva della centralità di Milano.
Non si può quindi parlare propriamente di “ingresso”, visto che non viene “da fuori”. Si deve piuttosto parlare di pellegrinaggio.
I passi che il nuovo Vescovo muoverà in questi mesi esprimeranno quella forma di devozione di chi è in cammino verso un luogo santo. Vive la precarietà del cammino, vive la gratitudine per l’ospitalità che riceve, vive lo stupore per i segni della presenza della grazia del Signore che incontra in ogni vita, in ogni volto, in ogni luogo.
- Cammina e prega.
- Cammina e saluta.
- Cammina e raccoglie parole buone per l’edificazione, parole aspre per la correzione, parole ferite per la consolazione.
Il Vescovo da solo: condivide con il clero la letizia, la fierezza, la fatica di “andare e annunciare”, condivide con la gente la speranza, la preghiera, le domande, le gioie e le pene.
Anche quando dovesse camminare da solo, il Vescovo porta sempre con sé la sua gente.
LA TERRA È PIENA DELLA GLORIA DI DIO
Il motto del nuovo Vescovo, citazione da Isaia 6,3, «Tutta la terra è piena della sua gloria», suona piuttosto improbabile se non proprio sconcertante. Infatti alla sensibilità ordinaria non risulta affatto che la terra sia piena della gloria di Dio, è più evidente che la terra sia piena di ogni problema, dramma, ingiustizia, miseria.
Dov’è la gloria di Dio? Chi si immagina che la gloria di Dio sia una manifestazione trionfalistica di una sistemazione rapida del mondo deve essere uno che ha poca familiarità con l’Evangelo. Infatti la gloria di Dio non è come la gloria degli uomini. La rivelazione di Gesù mostra che la gloria di Dio è l’amore che salva attraverso il morire di Gesù e il suo risorgere.
Quindi l’espressione di Isaia scelta come motto vuole assicurare che non c’è nessun posto della terra, nessuna situazione umana, nessuna vicenda in cui sia assente l’amore di Dio che rende capaci di amare e di sperare.
Il nuovo Vescovo intende percorrere la terra per annunciare questa ostinazione di Dio ad amare sempre, ad amare tutti, ad amare dappertutto.
Perciò deve essere rivolto a tutti l’invito: «Aprite gli occhi per contemplare nella fede la gloria di Dio che riempie la terra! Aprite il cuore per ricevere lo Spirito Santo, gloria di Dio, che vi rende capaci di amare come Gesù! Aprite la porta per uscire e percorrere la terra e farvi vicino ad ogni uomo e donna per condividere la certezza: tu sei amato da Dio! Tu sei amata da Dio!».
+ Mario Delpini
Arcivescovo eletto di Milano
(tratto da la Fiaccola)
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