Cara sorella, caro fratello nel Signore,
su invito di papa Francesco e con la Chiesa che è mistero di comunione stai celebrando il Giubileo della Misericordia.
Come saprai, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia è possibile rice- vere il dono dell’Indulgenza.
Ogni peccato, particolarmente il peccato grave, seppure real- mente perdonato nel Sacramento della Penitenza, reca con sé delle conseguenze personali e comunitarie che permangono nel tempo. Lo sappiamo per esperienza. C’è una “pena temporale” che ci “sentiamo addosso” a seguito del peccato commesso: il peso del disordine morale e del condizionamento, il peso del ri- morso, il peso delle conseguenze sugli altri. Tutto questo domanda di essere risanato. La potenza della misericordia di Dio opera que- sta guarigione personale profonda proprio attraverso l’Indulgenza. L’Indulgenza del Giubileo è detta “plenaria” perché destinata, dal punto di vista di Dio, a riscattare pienamente il peccato e le sue conseguenze. Di essa tuttavia noi facciamo esperienza nella forma sempre temporale o storica, legata cioè alla nostra condi- zione attuale. Succede così, purtroppo, che il peccato venga da noi nuovamente compiuto e abbia nuovamente bisogno di per- dono e di guarigione interiore. Per questo l’Indulgenza può essere ricevuta più volte in vita.
Potrai domandarla come dono di Dio anche a favore di un defunto.
Ciò che la fede ci permette di sapere della condizione dei nostri morti è che sono vivi nel Signore e sono giunti a lui con il carico delle loro opere. Presentandosi a lui conterà la capacità di bene dimostrata in vita. Essa consentirà di gustare lo splendore della gloria di Dio. Le conseguenze del male commesso, le ferite la- sciate dalle colpe, la sensazione di indegnità, tutto ciò sarà as- sunto dal Padre della misericordia. Da qui egli partirà per compiere in noi un’opera di trasfigurazione: diventeremo così si- mili a lui e potremo vederlo così come egli è (cf. 1Gv 3,2). In questo senso c’è una “pena” da riscattare anche per i defunti, un peso di cui liberarsi, un rinnovamento da compiere. È la realtà del “Pur- gatorio”. Per la misteriosa solidarietà che deriva dall’appartenere alla Comunione dei Santi, noi che siamo ora vivi possiamo contri- buire alla piena santificazione di quanti sono defunti. La Messa di suffragio, l’invocazione della Madre di Dio e dei Santi a favore dei defunti, l’Indulgenza richiesta per loro, sono i modi con cui la Chiesa rende possibile questa opera di carità a favore di quanti sono entrati nel riposo eterno.
Sappi che i malati o chiunque altro non possa uscire dalla propria abitazione per seri motivi riceveranno l’Indulgenza of- frendo a Dio la propria sofferenza e pre- ghiera, ricevendo la Comunione o partecipando alla santa Messa e alla pre- ghiera comunitaria anche attraverso i mezzi di comunicazione.
Vivi con profonda fede questo momento. Compi il gesto che ottiene l’Indulgenza riconoscendovi un segno della grande misericordia del Signore per te e per tutti. Sii grato a lui per questo dono che ti rinnova interiormente e può contri- buire alla piena redenzione di tanti fra- telli e sorelle in Cristo.
Come dice il termine, l’Indulgenza è segno dell’amore “indulgente” di Dio per noi. Grazie a questo amore misericordioso noi facciamo esperienza della piena redenzione dal peccato e dalle sue conse- guenze.
Potrai ottenere l’Indulgenza:
– entrando in una delle Chiese giubilari,
attraversando la Porta della Misericor- dia e fermandoti in preghiera (reci- tando la preghiera composta da papa Francesco) e rinnovando la professione di fede (proclamando il Credo);
Attraversando la Porta della Misericordia ricorderai a te stesso che Gesù è “la porta delle pecore” (cf. Gv 10,7): grazie a lui si entra nella vita dei redenti, scaturita dal suo sacrificio d’amore. Con la recita del Credo esprimerai personalmente la tua fede, sor- gente di vita eterna.
– oppure compiendo un’opera di miseri- cordia corporale o spirituale.
L’opera di misericordia è testimonianza del tuo desiderio di con- vertirti all’amore di Cristo e di renderlo presente nel mondo. Le opere di misericordia corporali sono: dar da mangiare agli affa- mati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pelle- grini, visitare i malati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Le opere di misericordia spirituali sono: consigliare i dubbiosi, inse- gnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone mole- ste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
Accompagnerai queste azioni, nello stesso giorno o nei giorni vicini:
– con la celebrazione del Sacramento della Penitenza e la partecipazione all’Eucaristia
– e con la preghiera secondo le inten- zioni del Papa (il Padre nostro e l’Ave Maria).
Con il Sacramento della Penitenza ricevi il perdono dei peccati e nell’Eucaristia giungi al vertice dell’incontro con il Signore Gesù, nostra pace e riconciliazione. La preghiera per il Sommo Pontefice testimonia la tua comunione con tutta la Chiesa e il tuo desiderio di contribuire alla sua opera di salvezza universale.
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