Domenica 18 Ottobre, presso l’Oratorio di Mornago, Mons. Peppino Maffi ha tenuto un incontro dal tema “Misericordia: scelta di Chiesa, scelta personale” rivolto ai genitori di bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie.
Il tema va visto come rapporto tra misericordia/ giustizia e scelta personale. Per partire in questo percorso don Peppino ha preso spunto dall’”Evangelii Gaudium” n.44, 2a parte, in cui il Papa insiste sul valore del tema della misericordia poichè necessario per accompagnare la crescita delle persone e in particolare esorta i sacerdoti a valorizzare il confessionale come luogo della misericordia del Signore.
La lettura del tema giustizia e misericordia passa anche attraverso l’analisi di alcune parabole:
– la parabola del seminatore (Mt 13,3b-9), dalla quale emerge l’attenzione del Signore per ogni persona poiché il seme viene gettato con generosità sia sul terreno buono sia laddove sembra impossibile che cresca qualcosa;
– la parabola del buon seme e della zizzania (Mt 13,24-30): anche se lo spirito del male è entrato nel terreno, il Signore vuole che seme buono e zizzania crescano insieme per poi dividerli solo alla fine. Infatti il signore vuole essere accanto ad ognuno per aiutarlo a crescere sulla strada del bene, poi sarà Lui che con giustizia separerà il raccolto buono dalla zizzania che verrà bruciata.
A queste si aggiunge la parabola della operai mandati nella Vigna (Mt 20,1-16), che richiede una lettura più attenta:
– il concetto di giustizia diverso dal solito, poiché con i primi operai concorda il padrone concorda un prezzo per il loro lavoro mentre a quelli che vengono dopo dice “vi darà quello che è giusto”;
– il pagamento, dagli ultimi ai primi operai, che consiste nel denaro necessario al sostentamento della famiglia;
– la mormorazione dei primi operai, perché hanno ricevuto quanto quelli che hanno lavorato meno ore, ai quali il Signore ricorda che nella necessità siamo tutti uguali;
– la misericordia, che è l’atteggiamento del padrone e che tutti gli operai dovrebbero assumere.
Da questa parabola emerge un punto fondamentale, ovvero dare ciò che è necessario. Nella logica del Signore ognuno di noi è un servo inutile, quello che facciamo o mettiamo a disposizione assume senso e valore grazie al Signore nel preciso istante in cui compiamo quel gesto rapportandoci a Lui.
Per contestualizzare questo tema nella nostra realtà possiamo per esempio guardare all’oratorio: nel Messaggio per la Quaresima 2015 Papa Francesco dice: “Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza”.
Per capire quali passi dobbiamo compiere bisogna guardare a Gesù. In particolar modo se andiamo a vedere l’incontro di Matteo con Gesù, nel Vangelo si dice che Gesù stesso “lo guardò con sentimento di amore e lo scelse con misericordia”. Cosa c’è di strano? Matteo era un ladro e Gesù è andato a chiamarlo proprio mentre esercitava il suo mestiere, quindi Dio non tiene conto delle situazioni che una persona sta vivendo ma chiama chiunque sulla strada retta. Pertanto se Gesù è il riferimento per i nostri passi, l’atteggiamento tenuto con Matteo deve essere il metodo che la Chiesa deve saper utilizzare. E questo metodo si evince ancora dall’Evangelii Gaudium, in cui la misericordia emerge come uno dei concetti fondamentali:
– misericordia è fonte di gioia;
– misericordia è motivo della missione;
– misericordia è la chiave per rinnovare lo stile della Chiesa, Papa Francesco cita in questo senso la figura di San Tommaso, il quale dice che la misericordia è il più grande atto attraverso il quale Dio manifesta il suo amore;
– misericordia all’interno della missione che si incarna nei limiti umani;
– misericordia come stile con cui accompagnare le persone nel loro cammino di aperura a Dio.
Il sacramento della riconciliazione è il più grande sacramento che, insieme all’Eucarestia, ciascuno di noi può scegliere liberamente. La confessione è un luogo speciale che la Chiesa deve conservare perché è lì che l’uomo va a ringraziare Gesù, trova la Sua misericordia e riceve il perdono dei peccati. Papa Francesco a riguardo ha detto che “Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Noi a volte ci stanchiamo di chiedere perdono”.
Quindi giustizia e misericordia possono essere anche viste come libere scelte che ciascuno di noi può fare. La prima, come già visto, si compie attraverso il sacramento della riconciliazione, ma c’è un’altra scelta che possiamo fare, ovvero specchiarci nell’amore del Signore. Non c’è infatti il rischio di banalizzare Dio stesso? Perciò importante imparare a contemplare l’amore del Signore, poiché Dio ci chiama a purificare la nostra vita e a riempirla d’amore per stare davanti a lui nella maniera più corretta. In questo senso la misericordia diventa la forza della grazia che permette la realizzazione dei comandamenti di Dio e delle indicazioni della Chiesa.
A questo punto è possibile analizzare un altro argomento importante, ovvero quello del matrimonio. Esso per definizione è un sacramento indissolubile. Il papa però osserva come nella società di oggi vi siano tantissime persone che vivono una situazione irregolare, nonostante ciò però bisogna stare accanto a queste persone per guidarle sulla strada dell’amore secondo le regole che il Sinodo della famiglia indica.
Nel contesto della famiglia è possibile analizzare anche due ulteriori passaggi:
– la coppia, al suo interno ci sono delle attese serie da parte dell’altra persona. Essere misericordioso significa far crescere la famiglia, il dialogo e l’aiuto reciproco in questo contesto diventano fondamentali;
– il rapporto genitori/figli: bisogna camminare con pazienza e misericordia accanto a loro, indicando la strada da seguire e camminare con loro fin dove si può.
Questo atteggiamento visto nell’ambito della famiglia riconduce all’atteggiamento visto in altra misura per quanto riguarda la comunità: al suo interno infatti si traduce nel dare l’opportunità agli altri di crescere.
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