Riportiamo un testo del Papa emerito Benedetto XXVI° sul tempo dell’avvento
(…) La Rivelazione di Dio si inserisce nel tempo e nella storia degli uomini: storia che diventa «il luogo in cui possiamo costatare l’agire di Dio a favore dell’umanità.
Egli ci raggiunge in ciò che per noi è più familiare, e facile da verificare, perché costituisce il nostro contesto quotidiano, senza il quale non riusciremmo a comprenderci» (Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, 12).
Nei momenti iniziali della predicazione di Gesù si legge: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Ciò che illumina e dà senso pieno alla storia del mondo e dell’uomo inizia a brillare nella grotta di Betlemme; la salvezza che si realizza in Gesù Cristo.
In Gesù di Nazaret Dio manifesta il suo volto e chiede la decisione dell’uomo di riconoscerlo e di seguirlo. Il rivelarsi di Dio nella storia per entrare in rapporto di dialogo d’amore con l’uomo, dona un nuovo senso all’intero cammino umano.
La storia non è un semplice succedersi di secoli, di anni, di giorni, ma è il tempo di una presenza che le dona pieno significato e la apre ad una solida speranza. Dove possiamo leggere le tappe di questa Rivelazione di Dio?
La Sacra Scrittura è il luogo privilegiato per scoprire gli eventi di questo cammino, e vorrei – ancora una volta – invitare tutti, a prendere in mano più spesso la Bibbia per leggerla e meditarla e a prestare maggiore attenzione alle Letture della Messa domenicale; tutto ciò costituisce un alimento prezioso per la nostra fede.(…) Dio rivela Se stesso non solo nell’atto primordiale della creazione, ma entrando nella nostra storia…. E questa Rivelazione di Dio, che va avanti nella storia, culmina in Gesù Cristo: Dio, il Logos, la Parola creatrice che è all’origine del mondo, si è incarnata in Gesù e ha mostrato il vero volto di Dio. In Gesù si compie ogni promessa, in Lui culmina la storia di Dio con l’umanità.(…) Nel fare memoria dell’agire di Dio nella storia dell’uomo vengono mostrate le tappe del grande disegno di amore testimoniato nell’Antico e nel Nuovo Testamento: un unico disegno di salvezza rivolto all’intera umanità, progressivamente rivelato e realizzato dalla potenza di Dio, dove Dio sempre reagisce alle risposte dell’uomo e trova nuovi inizi di alleanza quando l’uomo si smarrisce. Questo è fondamentale nel cammino di fede. Siamo nel tempo liturgico dell’Avvento che ci prepara al Santo Natale. Come sappiamo tutti, il termine “Avvento” significa “venuta”, “presenza”, e anticamente indicava proprio l’arrivo del re o dell’imperatore in una determinata provincia. Per noi cristiani la parola indica una realtà meravigliosa e sconvolgente: Dio stesso ha varcato il suo Cielo e si è chinato sull’uomo; ha stretto alleanza con lui entrando nella storia di un popolo; Egli è il re che è sceso in questa povera provincia che è la terra e ha fatto dono a noi della sua visita assumendo la nostra carne, diventando uomo come noi. L’Avvento ci invita a ripercorrere il cammino di questa presenza e ci ricorda sempre di nuovo che Dio non si è tolto dal mondo, non è assente, non ci ha abbandonato a noi stessi, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo imparare a discernere. E anche noi con la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità, siamo chiamati ogni giorno a scorgere e a testimoniare questa presenza nel mondo spesso superficiale e distratto, e a far risplendere nella nostra vita la luce che ha illuminato la grotta di Betlemme.
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