La giornata di apertura dell’anno oratoriano non è un giorno come tanti…… è una tappa di un percorso per-corso, più ampio, ma per capire la specialità di questa giornata occorre fare un po’ di storia.
Partiamo dalla festa di chiusura dell’oratorio estivo, che segna l’arrivo delle vacanze al mare o in montagna con le proprie famiglie, è la giornata che segna il termine di 5 settimane intense dal punto di vista giocoso per i più piccoli e spirituale e di comunione per i più grandi.
E’ un momento triste perché viene a mancare nei ragazzi quell’esperienza di comunità educante insieme alla suora, ai preti, agli educatori, ma sopratutto l’esperienza con Gesù.
I più piccoli la settimana dopo la chiusura non capiscono perché questo bel momento abbia avuto termine, perché non possono alzarsi come tutte le mattine e andare in oratorio con il proprio zainetto e cappellino.
I più grandi rimpiangono i momenti forti di comunità, l’esperienza della condivisione e dello stare insieme.
Ed ecco che la sera più bella per tutti i ragazzi e bambini dell’oratorio segna un termine, la fine di qualcosa che nel cuore lascia tristezza.
Poi arriva Settembre, la fine delle vacanze e l’inizio della scuola e tutto riparte lentamente, si ritrovano a scuola, gli amici dell’oratorio e del campeggio estivo, si rincontrano gli animatori, ed ecco che tutto torna ad essere comunità.
Arriviamo alla giornata di apertura degli oratori e del nuovo anno pastorale ed educativo della nostra comunità; ci si ritrova tutti genitori, figli, educatori, animatori, bambini, volontari e tutto riparte, il percorso diventa percorrere.
Complice un clima particolarmente mite, quasi estivo, la macchina educativa e comunitaria dell’oratorio riparte, come se fosse 10 luglio e non il 5 ottobre. Squadre, giochi, animazione, preghiera, condivisione del luogo dove in estate si è passate tante ore torna ad essere quel posto pieno di magia, inteso come presenza della grazia del signore.
Riparte tutto dalla messa in piazza, dai canti, dai gesti, dal pranzo, dia giochi e la nostra comunità di sette parrocchie sull’esempio di Gesù Cristo diventa un cuor solo e un’anima sola.
I genitori presenti con gli occhi vigilano sui più piccoli, ma con il cuore tornano un po bambini, nell’aiutare nei giochi e nei laboratori, nel gonfiare i palloncini, nel servire il pranzo.
Tutto a funzionato a meraviglia ed è difficile anche andare a casa alla sera. perchè è una di quelle volte in cui i genitori richiamando e radunando i figli per andare a casa, si aspettano, quasi esigendola, la fatidica domanda…. “possiamo restare ancora 5 minuti ?….”. Domanda che verrà accolta concedendo ben più dei 5 minuti richiesti.
Solo insieme lo slogan dell’anno oratoriano 2014-2015 per dire ai ragazzi e alle loro famiglie che la comunità è la condizione indispensabile che il Signore ha voluto per stare con lui e per essere inviati nel mondo come testimoni del suo amore.
Due parole che vivono una profonda dicotomia, due termini agli antitesi, ma il significato “solo insieme” può essere intimizzato in tanti modi da ognuno di noi.
Pensando alla nostra comunità pastorale CP7 mi vengono in mente due significati:
- Solo come espressione di semplice, leggibile come semplicemente insieme, ma non nel senso riduttivo del termine, anzi proprio ad indicare che se si vuole essere comunità ,con pochi sforzi (da qui il semplice) e un po’ di buona volontà, si riesce ad esserlo. Solo insieme possiamo ricevere e trasmettere il dono della fede, vincere ogni divisione, distanza o distrazione che ci separa dagli altri. In una comunità che si riferisce costantemente al Signore Gesù e al suo Vangelo e che concretamente si incontra in oratorio, i ragazzi potranno trovare la forza per «uscire» e frequentare il mondo da cristiani, consapevoli di non essere soli nel loro cammino, di avere accanto una grande famiglia, fatta di persone che sanno prendersi cura proprio dei più piccoli e che hanno una predilezione per loro.
- Solo come espressione di unicità, soltanto insieme, possiamo essere comunità, insieme sarà più facile condividere gioie e fatiche, momenti belli e momenti tristi, affrontare le sfide della vita, da quelle affettive a quelle intellettuali, scolastiche e professionali. Insieme sarà più facile essere «grano buono» nei propri ambiti di vita. Essere insieme per non essere più soli ma avere accanto una comunità che sostiene, incoraggia e aiuta a crescere e a maturare nella fede; nella certezza che «solo insieme» si possono gustare e vivere il Vangelo e la presenza viva del Signore Gesù
Questa giornata, cosi come tante altre, ha dimostrato che essere comunità pastorale se si vuole. può essere estremamente facile. E la prima lezione su essere comunità CP7 ci viene dato ancora una volta dai nostri giovani e adolescenti, dalle suore e dai nostri preti, che riescono ad essere una unica malgama coesa e tesa verso Gesù Cristo.
Un grazie speciale da parte di tutta la Diaconia a chi si è prodigato per la buona riuscita di questa giornata: dai volontari in cucina, chi ha preparato le torte per la merenda, chi ha curato e animato i giochi e i laboratori, i genitori che hanno partecipato, ai ragazzi, alla corale giovani e tutti quelli di cui mi sono dimenticato.
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