Questo spettacolo si può definire come un viaggio teatrale alle radici della figura di Karol Wojtyla dai primi anni giovanili dopo la morte del padre fino al momento dell’elezione al soglio pontificio.
Sono gli anni della giovinezza del futuro pontefice, anni in cui il giovane Lolek, così chiamato dagli amici, coltiva assiduamente la parola, sia quella della Scrittura, sia in poesia che in teatro.
Il passaggio del teatro è fondamentale perché rappresenta in quel periodo buio della dittatura Nazista prima e Comunista dopo, la sola difesa della parola e trova un argine al male e un mezzo per difendere l’uomo dalle barbarie e dagli orrori della guerra.
Periodo intenso e profondo per il giovane Karol Wojtyla che si trova al fianco di tanti lavoratori, nelle cave di pietra e nella fabbrica chimica della Solvay.
Questo periodo di lavoro, teatro, studio, rappresenta un’esperienza decisiva per far maturare il Lolek una concezione dell’uomo che si svilupperà poi nel suo cammino successivo di seminarista, sacerdote, vescovo e Papa
Spettacolo bellissimo almeno per tre motivi:
- L’argomento tanto caro a chi è cresciuto nella fede con questo Papa carismatico e trascinatore delle folle oceaniche di giovani.
- L’impegno di questi giovani che si sono impegnati nella recitazione di una storia drammatica.
- Un ritmo narrativo che ha permesso di rendere uno spettacolo di oltre 2 ore, scorrevole e piacevole.
Interessanti le citazioni dotte nel testo teatrale dall’Amleto di William Sheakespeare, al desiderio di una Polonia ateniese, fino alla conclusione significativa con l’annuncio dal balcone di San Pietro il 16/10/1978 e il primo discorso di Giovanni Paolo II con il celeberrimo “mi corriggerete”.
Il momento conclusivo con i Polacchi che ascoltano la voce del cardinale protodiacono che proclama l’elezione di Wojtyla, non segna solo la fine dello spettacolo ma anche del percorso di crescita culturale, accademica e di fede del giovane Lolek.
Lo spettacolo di ieri sera ha segnato in maniera profonda la vita della nostra comunità pastorale CP7 , ha indicato che i nostri giovani, se aiutati dallo spirito santo, sanno fare… e sanno fare bene, con amore, dedizione, impegno e passione. Ha dimostrato che una festa patronale non è solo salamini e patatine, ma può e sa essere molto molto di più.
Rinnoviamo in questo articolo i ringraziamenti a tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita quali attori, service, costumisti, coro, montatori e attrezzisti, suggeritori, senza citarne nessuno ma ricordandoli tutti.
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Guarda il video dei ringraziamenti di Don Maurizio Scuratti
Guarda il video su youtube della proclamazione a Papa di Giovanni Paolo II°
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