L’elezione all’episcopato non è un potere in più, ma la grazia di un inserimento nella successione apostolica, che chiama a reggere il peso leggero di un giogo soave. In allegato le interviste ai tre neo-eletti
«Sarò in mezzo al popolo di Dio per avere “l’odore delle pecore”»
Monsignor Franco Agnesi, eletto vescovo in concomitanza con il 40° di sacerdozio: «Questo sarà il mio impegno, in linea con quanto papa Francesco chiede ai pastori della Chiesa»
Ha preso alla lettera il monito di papa Francesco e, appena saputo della nomina a vescovo, ha cambiato l’immagine del profilo sulla pagina Facebook: un bel gregge di pecore! Così si presenta il nuovo ausiliare di Milano, monsignor Franco Agnesi: «È un segno, per dire che il mio impegno sarà quello di avere “l’odore delle pecore”, come dice il Papa, cioè continuare a camminare in mezzo al popolo di Dio, alla gente, condividendo la loro vita, come ho imparato a fare da parroco, cercando di non tenere niente per me, ma di mettere a disposizione in modo totale tutto quello che mi è stato donato. Vorrei farlo continuando a seguire il Signore con fiducia, senza calcolare troppo le altre cose, cercando di discernere le situazioni passo dopo passo, senza pensare di avere già capito tutto».
Un bel «regalo» che arriva in un anno molto speciale per don Franco: l’8 giugno, infatti, festeggia 40 anni di Messa. «La mia riconoscenza verso papa Francesco è davvero grande, anche se avverto il crescere dell’impegno; oltre a essere Vicario episcopale per la zona pastorale di Varese, prenderò parte al collegio dei vescovi lombardi e italiani. Insomma, mi aspettano un bel po’ di riunioni in più! Ma, grazie a Dio, sono chiamato a vivere questo grande dono in collaborazione con tante persone».
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